Nel corso di questi ultimi mesi abbiamo dovuto affrontare molti cambiamenti nel nostro stile di vita e non tutti sono stati semplici ed immediati. Alcune categorie professionali sono state soggette più di altre alla pressione, pensiamo soprattutto al personale sanitario.
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Nella quasi totalità dei casi, le modalità di interazione con i pazienti sono cambiate, e si è modificato il rapporto interpersonale e la comunicazione.
Queste variazioni non sono peculiari del nostro paese ma sono state percepite in tutto il mondo e trattate su alcune delle maggiori riviste scientifiche di medicina. Ad esempio, in uno degli ultimi numeri del British Medical Journal (BMJ) è stato dato spazio al tema della comunicazione medico-paziente in tempo di COVID-19 in una forma molto particolare, come il fumetto di cui vi mostriamo alcune strisce.

Questo è il frutto di un adattamento da un materiale liberamente disponibile e tradotto in diverse lingue. GIMEMA informazione ha contattato il referente del progetto per l’Italia: il dott. Leonardo Potenza, dell’azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, a cui abbiamo chiesto di descrivere l’intera iniziativa.

 

Buongiorno dott. Potenza, cerchiamo di capire cosa è Vitaltalk e come è nata questa iniziativa sulla comunicazione medico-paziente correlata al COVID-19? 

VitalTalk è un’associazione no profit statunitense che vuole incoraggiare l’evoluzione di una comunicazione efficace, empatica e onestra tra i medici, i pazienti e le loro famiglie, per costruire un percorso di cura incentrato sul paziente.

In conseguenza di quello che stava accadendo prima in Italia, poi nel resto del mondo, Tony Back (uno dei fondatori di VitalTalk insieme a Robert Arnold e James Tulsky) ed altri colleghi, hanno deciso di comporre una breve guida per supportare le difficili comunicazioni medico-paziente-familiari in corso di un evento eccezionalmente complesso come quello che stiamo vivendo. La guida è composta di consigli pratici  derivanti dall’esperienza e cultura ventennale del gruppo di VitalTalk ma anche dal confronto con i migliori specialisti in ambito di comunicazione medico-paziente.

Comunicazione medico-paziente in tempo di COVID-19 – Fondazione GIMEMA

E tra questi c’è anche lei

Sì, anche ma non solo. Nella Struttura Complessa e Cattedra di Ematologia, Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena, diretta dal prof. Mario Luppi, ci siamo infatti formati presso Vital Talk per praticare e insegnare tecniche di comunicazione medico-paziente.

La guida è stata quindi redatta da diversi professionisti, è stato difficile coordinare tutto e affrontare il tema? 

Sicuramente il compito di coordinamento che deve aver affrontato Tony Back e tutto lo staff di VitalTalk deve essere stato immane. Ricordo tarde serate e mattine presto (a causa del fuso orario) a mandare e scambiare mail con lui, Heater Mikes e Martina Bison-Huckaby per cercare di tradurre e adattare i moduli nel più breve tempo possibile, con la tensione di voler essere utili e di supporto in un periodo straordinariamente difficile e la preoccupazione di descrivere e riportare situazioni già superate, in considerazione degli scenari pandemici che erano in rapida evoluzione.

È chiaro come la comunicazione con i pazienti sia un tema estremamente importante, pensa ci siano spazi per migliorarla? E come?

La comunicazione con i pazienti e i familiari è un pilastro fondamentale dell’assistenza medica e l’apprendimento di tecniche di comunicazione viene ormai ritenuto un requisito fondamentale del curriculum di ogni medico, pari, se non superiore, ad altre attività tecniche pratiche. Si stima, infatti, che un medico, anche di specialità chirurgiche, impieghi da un terzo a metà del proprio tempo per comunicare con pazienti e familiari.

Comunicazione medico-paziente in tempo di COVID-19 – Fondazione GIMEMA

E la qualità della comunicazione quanto incide sul percorso terapeutico del paziente?

Da parte dei pazienti, è riscontrato che ad una migliore comunicazione si associ una miglior qualità di vita nel corso delle terapie, anche nei casi più sfavorevoli. E questo vale anche per i familiari dei pazienti.

Da anni quindi, con la collaborazione della Dott.ssa Elena Bandieri, Oncologa Palliativista, Responsabile dell’ Ambulatorio di Cure Supportive Precoci in Oncologia nella Provincia ed USL di Modena, il Prof. Fabio Efficace Chairman del WP QoL GIMEMA e Responsabile del Health Outcomes Research Unit di Roma ed il prof Eduardo Bruera, Direttore del Department of Palliative Care, Rehabilitation and Integrative Medicine, del MD Anderson Cancer Center, Houston, Texas, USA, stiamo lavorando a progetti di ricerca e formazione sul tema della introduzione di un modello assistenziale di cure di supporto precoci integrate alla terapia onco-ematologica standard.

È quindi importante investire nella formazione?

Certamente, anche perché a fronte di tutti questi benefici, sono pochissime le Scuole di Medicina che prevedono un training in tecniche di comunicazione medico-paziente. Anche negli USA l’insegnamento è lasciato ad associazioni non-profit come VitalTalk. Un giusto merito va quindi riconosciuto all’UOC-Cattedra di Ematologia di Modena e all’Università di Modena e Reggio Emilia perché da anni si fanno promotrici di iniziative mirate. Dal 2016, ad esempio, teniamo corsi di comunicazione medico-paziente, supportati da VitalTalk, presso la nostra Istituzione o altre Università italiane. L’ultimo di questi, a maggio 2019, si è svolto anche con il patrocinio del GIMEMA, e per la prima volta era rivolto a colleghi ematologi provenienti da tutta Italia. Confidiamo di poter ripetere quanto prima anche questa esperienza.

 

Screening – Nathan A Gray – Fondazione GIMEMA Triage – Nathan A Gray – Fondazione GIMEMA
Comunicazione medico-paziente in tempo di COVID-19 – Fondazione GIMEMA
Ingresso e Ricovero – Nathan A Gray – Fondazione GIMEMA