Il contributo 5×1000 migliora la vita della collettività finanziando progetti di innovazione scientifica, culturale e sociale. Il volontariato, con enti del terzo settore e onlus, è tra i settori che ricevono maggiori donazioni, seguito dalla ricerca scientifica e sanitaria.
Non ha un costo ma ha valore: il 5×1000 è una misura fiscale introdotta in Italia nel 2006 per consentire ai contribuenti di destinare lo 0,5% della propria IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) a enti che svolgono attività di interesse pubblico. Tra i beneficiari di questa somma di denaro figurano organizzazioni che operano in settori come la ricerca scientifica e sanitaria, gli enti del terzo settore e onlus (ETS), la tutela dei beni culturali e ambientali, le attività sportive dilettantistiche (ASD) e le amministrazioni comunali.
La scelta di devolvere il 5×1000 non comporta alcun costo per il cittadino, né modifica l’ammontare dell’imposta da versare, che altrimenti verrebbe destinata a finalità pubbliche generiche.
Si tratta, dunque, di una possibilità di dare il proprio contributo in maniera attiva, scegliendo di indirizzare risorse pubbliche verso specifiche realtà di interesse collettivo.
Il profilo del donatore
Secondo un’indagine condotta dalla Fondazione CRC nel 2020 su un campione di contribuenti residenti nella provincia di Cuneo, a donare sono soprattutto i cittadini oltre i 65 anni di età, con un buon livello di istruzione e attivi socialmente attraverso, anche attraverso attività di volontariato. La decisione di firmare per devolvere il 5×1000 è più frequente tra coloro che partecipano alla vita civica e che conoscono il funzionamento della destinazione fiscale del contributo. Mentre, tra i contribuenti intervistati che non avevano donato il 5×1000 (il 15% del campione) è emerso che circa il 36% non era ben informato riguardo al funzionamento della donazione e ai possibili enti beneficiari.
I settori più finanziati
I dati pubblicati dall’Agenzia delle Entrate sul 2023 confermano, come per gli scorsi anni, una concentrazione delle donazioni in alcuni ambiti specifici: il volontariato, con enti del terzo settore e onlus, rappresenta il settore prevalente in termini di contributi ricevuti, seguito dalla ricerca scientifica e sanitaria. Complessivamente, il 5×1000 ha mobilitato nel 2023 circa 522 milioni di euro, distribuiti tra oltre 80 mila enti beneficiari.
I dati riportati nel grafico sono stati elaborati tenendo conto della distinzione dell’Agenzia delle Entrate tra gli ambiti: enti del terzo settore e onlus, associazioni sportive dilettantistiche, ricerca scientifica, ricerca sanitaria, comuni, beni culturali e paesaggistici, enti gestori aree protette. Le categorie di ricerca sanitaria e di ricerca scientifica sono state accorpate e confrontate con quella degli enti del terzo settore e onlus: un ente può essere allo stesso tempo una onlus e occuparsi di ricerca scientifica e sanitaria, così come un ente che si occupa di ricerca scientifica può svolgere anche ricerca sanitaria.
Come donare il 5×1000
Si può donare il 5×1000 al momento della dichiarazione dei redditi, apponendo una firma in uno degli appositi riquadri presenti sul documento (Modello 730, Modello Redditi Persone Fisiche o Certificazione Unica). È possibile anche indicare il codice fiscale del beneficiario prescelto, assicurando così che la donazione vada a un ente specifico.
In assenza, la quota viene ripartita proporzionalmente tra gli enti beneficiari appartenenti alla categoria selezionata.
Anche chi non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi può destinare il 5×1000 utilizzando il modulo allegato alla Certificazione Unica e consegnandolo in busta chiusa a un ufficio postale, a un intermediario abilitato (come CAF e commercialisti), o tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.
Firma nel campo del Finanziamento della ricerca sanitaria e inserisci il codifce fiscale GIMEMA 97154650580.