Le difficoltà economiche sono un problema importante che colpisce un’ampia percentuale di pazienti etiopi con leucemia mieloide cronica (CML) che ricevono la terapia con inibitori della tirosin-chinasi (TKI). I risultati di uno studio condotto dal GIMEMA in collaborazione con l’ospedale Tikur Anbessa di Addis Abeba, in Etiopia e presentati al congresso ASH 2022, l’evento dedicato all’ematologia più importante a livello mondiale.

I dati sulla qualità di vita attualmente disponibili provengono principalmente da pazienti provenienti da Paesi ad alto reddito. Poco si sa sulla qualità di vita dei pazienti con leucemia mieloide cronica (CML) trattati con i moderni inibitori della tirosin-chinasi che vivono nei Paesi africani a basso reddito e sul potenziale impatto che le difficoltà economiche incontrate da questi pazienti possono avere sulla loro qualità di vita.

L’unità di Qualità di Vita del GIMEMA ha condotto uno studio osservazionale con l’obiettivo di determinare quali sono i problemi e sintomi prevalenti nei pazienti etiopi con CML e valutare l’impatto che eventuali difficoltà economiche possono avere sullo stato di salute dei pazienti.

Allo studio hanno partecipato 395 pazienti etiopi, con un’età mediana di 39 anni, maschi (62,8%) e femmine (37,2%) in fase cronica della malattia. La maggior parte (92,7%) era in trattamento con imatinib e l’82,3% aveva ottenuto una risposta ematologica completa. Un’ampia percentuale dei pazienti (82,8%) non era in grado di sostenere i costi del test BCR-ABL per monitorare la risposta molecolare e valutare la remissione della malattia.

I tre problemi più importanti riscontrati riguardano il benessere fisico (nel 60% dei casi), mentale (per il 40%) e sociale (38%). Tra i sintomi, il dolore è stato riferito dal 43% dei pazienti. Particolarmente rilevante il dato economico, che evidenza come l’89% dei pazienti abbia riscontrato difficoltà finanziarie dovute alla terapia o alle proprie condizioni fisiche.

I risultati mostrano che la qualità di vita dei pazienti con maggiori difficoltà economiche è peggiore rispetto a quello dei pazienti con minori difficoltà finanziarie.

Nell’analisi multivariata, una maggiore difficoltà economica è associata a impatti negativi sulla vita quotidiana, indipendentemente da altri fattori come l’età, il sesso, il tempo trascorso dalla diagnosi, la compresenza di altre malattie, la distanza dall’ospedale, l’affaticamento e la gravità dei sintomi.

In futuro, sono necessari ulteriori studi per valutare se gli sforzi per ridurre l’impatto economico in questi pazienti possano migliorare la qualità di vita e facilitare l’aderenza alla terapia, massimizzando così l’efficacia della terapia con gli inibitori delle tirosin-chinasi.