L’utilizzo di letermovir ha prevenuto la riattivazione del citomegalovirus in modo sicuro ed efficace anche nei pazienti pediatrici sottoposti a un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. In attesa dell’approvazione AIFA per la sua rimborsabilità.

Il letermovir è un farmaco antivirale utilizzato in pazienti adulti sottoposti a trapianto e a rischio di infezione e malattia da citomegalovirus (CMV) che ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) nel 2017.

Un recente studio, i cui risultati sono statui pubblicati sulla rivista Transplantation and Cellular Therapy, ha mostrato la sicurezza ed efficacia del letermovir nel prevenire la riattivazione del citomegalovirus anche nei pazienti pediatrici. In particolare, si tratta di bambini e adolescenti che, a causa di leucemie, linfomi, insufficienze midollari o malattie rare, sono stati sottoposti a un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche.

“L’infezione da citomegalovirus è una complicanza virale tipica delle persone che sono state sottoposte a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche”, spiega Adriana Balduzzi, che ha coordinato il gruppo di ricerca presso l’IRCCS San Gerardo dei Tintori a Monza, in Lombardia. “Le sue manifestazioni possono variare da una riattivazione molecolare senza sintomi visibili, fino a una malattia polmonare letale che per fortuna non si verifica quasi più”. Da diversi anni, infatti, in questi pazienti, è effettuato un attento monitoraggio del virus nel sangue e, in caso di riattivazione, un trattamento con ganciclovir o foscarnet. Gli importanti effetti collaterali di questi farmaci hanno tuttavia promosso lo sviluppo di nuove strategie alternative, come il letermovir. A differenza della terapia standard, questo trattamento è caratterizzato da una bassa tossicità e viene usato per prevenire la riattivazione del citomegalovirus, nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche.

Nel 2017, l’FDA, l’ente statunitense per la regolazione dei farmaci, seguito dall’Agenzia europea del farmaco (EMA), ha approvato l’utilizzo di questo medicinale per gli adulti e nel 2024 anche per i casi pediatrici. In Italia, l’AIFA deve terminare il processo di autorizzazione per la rimborsabilità del medicinale per quest’ultima categoria.

“Di solito i farmaci innovativi vengono testati prima negli adulti e solo dopo nei pazienti pediatrici”, commenta Balduzzi. Considerando questo aspetto e le lunghe tempistiche di approvazione, “per la cura di bambini e adolescenti capita di usare farmaci che sono ancora indicati come off-label in pediatria (ovvero non specifici per questa popolazione di pazienti), ma che vengono usati comunemente in clinica per gli adulti.”

Lo studio ha valutato la riattivazione da citomegalovirus in oltre 300 trapianti consecutivi effettuati dal 2014 in pazienti con età inferiore ai 21 anni.

Da quando è stato introdotto il letermovir nel 2021, si è osservata una forte riduzione dell’incidenza cumulativa di riattivazione dal virus. La profilassi primaria con letermovir ha consentito di evitare la riattivazione nella quasi totalità dei casi, mentre quella secondaria ha azzerato le probabilità di riattivazione virale.

“Il letermovir si è mostrato efficace anche in seconda battuta nel prevenire una seconda riattivazione, che invece avverrebbe in quasi il 35% dei casi in sua assenza”, commenta Balduzzi. “Si tratta di una buona notizia per tutte le persone che si trovano in questa situazione in Italia, per esempio, a causa della sua classificazione come off-label, oltre che per i costi elevati”. Inoltre, rispetto all’approccio standard con ganciclovir e foscarnet, la profilassi con letermovir non ha causato effetti collaterali di rilievo.

A breve si prevede che l’AIFA completerà il percorso per la rimborsabilità del medicinale anche per i casi pediatrici, portando un vantaggio nella gestione dei pazienti e aprendo nuove prospettive di ricerca. Secondo Balduzzi in futuro si potrebbe per esempio definire la durata della somministrazione del letermovir in base alla immunoricostituzione post-trapianto, al fine di aumentarne l’efficienza e ridurne i costi.

 

Lo studio di Vendemini F, et al., Letermovir Primary and Secondary Prophylaxis in Pediatric Recipients of Allogeneic Haematopoietic Stem Cell Transplant, pubblicato su Transplantation and Cellular Therapy è disponibile al seguente link:
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2666636725012059?dgcid=raven_sd_aip_email