“Il sangue sicuro salva la vita” è il tema della campagna per la Giornata mondiale del donatore di sangue 2020, celebrata come ogni anno il 14 giugno. Quest’anno l’idea dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è concentrarsi sul contributo che il singolo donatore può dare per migliorare la salute degli altri e della comunità. Le donazioni di sangue sono necessarie per garantire in tutto il mondo accesso a sangue e prodotti derivati del sangue sicuri e di qualità, sia in situazioni normali che di emergenza. Per questo lo slogan della campagna è “Dare il sangue e rendere il mondo un posto più sano”.

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Il sangue, con i suoi componenti, costituisce per molti ammalati un fattore di sopravvivenza. È fondamentale nei servizi di primo soccorso, ma anche in molti interventi chirurgici e trapianti di organo e di midollo osseo, nella cura delle malattie oncologiche ed ematologiche, come in varie forme di anemia cronica, immunodeficienze, emofilia. Anche le cellule staminali, utilizzate per la cura delle leucemie, ormai vengono raccolte tramite il prelievo di sangue.

“Esistono due modalità di prelievo di cellule staminali – spiega Nicoletta Sacchi, direttrice del Registro italiano donatori di midollo osseo (IBMDR). Uno è quello che avviene da midollo osseo e prevede l’anestesia totale, ma è utilizzato solo nel 20% circa dei casi. La maggior parte delle donazioni di cellule staminali, l’80%, avviene oggi tramite prelievo di sangue periferico”.

La procedura utilizzata è quella dell’aferesi, la stessa che si usa per la donazione di plasma e piastrine. Il sangue prelevato da una vena del braccio passa attraverso una centrifuga dove le cellule staminali emopoietiche (da cui originano tutti gli elementi del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) vengono isolate e raccolte in una sacca, mentre il resto del sangue fa ritorno al donatore dal braccio opposto.

 

 

Nei mesi scorsi gli ospedali sono stati completamente assorbiti dalla cura e gestione delle migliaia di pazienti affetti da Covid-19. Nonostante l’emergenza, in Italia le attività di donazione e trapianto non si sono fermate. In condizioni normali, le donazioni avvengono praticamente in contemporanea al trapianto. Il prodotto arriva da qualsiasi parte del mondo e al paziente già pronto viene fatto subito il trapianto. In Italia le cellule staminali emopoietiche per i trapianti vengono importate dall’estero per il 75% dei casi. “Nel contesto della pandemia – racconta Sacchi – sono cambiate tutte le dinamiche. Già dai primi giorni di marzo il Centro nazionale trapianti ha raccomandato di crioconservare, cioè conservare a bassissime temperature, le cellule staminali ricevute e di riprogrammare i trapianti non urgenti”. Le attività di trapianto sono state così rallentate, ma non si sono mai fermate; per questo le donazioni ricevute non sono state ancora utilizzate tutte.

 

 

“I donatori iscritti al registro hanno continuato a donare nonostante la pandemia”

Racconta la presidente dell’IBMDR. Il problema principale è stato il trasporto delle cellule da e per l’estero con le frontiere chiuse. I corrieri specializzati viaggiano su voli di linea comuni e, soprattutto a marzo, con il 99% dei voli cancellati è stato molto difficile portare a termine le consegne”.

Per far fronte a queste difficoltà sia il Registro Italiano che i centri trapianto hanno messo in pratica strategie diverse a seconda dei casi:

“Abbiamo organizzato delle vere e proprie staffette negli aeroporti. Un corriere italiano arrivava all’aeroporto di una città straniera e senza uscire, per evitare di essere messo in quarantena, con tutte le misure di sicurezza necessarie consegnava le cellule al corriere straniero che era andato a prenderle. E la stessa cosa succedeva ai corrieri stranieri che dovevano consegnare in Italia”.

In altri casi invece sono state organizzate consegne alla frontiera, per esempio tra Italia e Austria, oppure garantiti voli di Stato.

Con la fase 2 sono riprese anche le attività di reclutamento dei donatori. “Negli ultimi due mesi c’è stato un drastico calo di iscrizioni al Registro IBMDR – dichiara Nicoletta Sacchi. A marzo e aprile 2020 la riduzione è stata del 50% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo trend negativo non è sostenibile a lungo termine perché il registro ha bisogno di un flusso costante e regolare di nuovi iscritti in grado di incrementare i profili disponibili nel suo inventario”.

Per diventare donatori di cellule staminali emopoietiche bisogna iscriversi al registro IBMDR, che oggi conta più di 450 mila donatori attivi. Un numero superiore a quello della Francia e poco inferiore a quello di Regno Unito e Spagna, ma molto al di sotto di quello della Germania con i suoi 9 milioni di donatori. L’IBMDR seleziona donatori giovani, dai 18 ai 35 anni, e collabora con le associazioni di volontariato – ADMO, ADOCES e ADISCO – per promuovere campagne d’iscrizioni. Il ricorso a donatori esteri è costoso e impegnativo da organizzare.

Promuovere le donazioni tra cittadini italiani è strategico per l’intero Sistema sanitario nazionale”, conclude Sacchi.