Fino ad oggi gli effetti a lungo termine del triossido di arsenico sulla qualità di vita dei pazienti con leucemia promielocitica acuta non erano conosciuti. Uno studio pubblicato recentemente su Blood Advances, mostra le prime evidenze di questo importante aspetto.

La leucemia promielocitica acuta è un sottotipo della leucemia mieloide acuta ed è la forma più aggressiva di tumore del sangue. Viene detta anche “leucemia fulminante” poiché è caratterizzata da un rapido sviluppo. I promielociti, cellule precursori dei globuli bianchi, contenuti nel sangue e nel midollo osseo, si accumulano poiché non maturano in globuli e invadono il midollo stesso. Questo può generare numerosi effetti negativi, fra cui problemi con la coagulazione del sangue ed emorragie molto gravi. La terapia per la malattia, storicamente trattata con acido retinoico e chemioterapia, negli ultimi anni ha fatto ulteriori progressi con l’introduzione del triossido di arsenico.

Lo studio, condotto da Fabio Efficace – responsabile dell’Unità di Qualità di vita del GIMEMA – e da un grande network di centri ematologici in Italia e Germania, consiste nel comparare la qualità della vita e altri problemi di salute in due gruppi di pazienti dopo otto anni dalla diagnosi: un gruppo trattato con acido retinoico e chemioterapia tradizionale; l’altro con acido retinoico e triossido di arsenico.

“Questo è il primo esempio al mondo dove vengono valutati gli effetti a lungo termine di un approccio non chemioterapico, comparato con la chemioterapia tradizionale, sulla qualità di vita dei pazienti con leucemia promielocitica acuta – afferma Fabio Efficace.

Abbiamo dimostrato che dopo molti anni dalla diagnosi, i pazienti che erano stati trattati con arsenico riportavano una migliore qualità di vita rispetto ai pazienti che erano stati trattati con chemioterapia tradizionale. Abbiamo anche visto che il profilo di qualità di vita dei pazienti trattati con arsenico era praticamente sovrapponibile a quello dei loro pari nella popolazione generale. Questa è un’informazione molto importante e rassicurante da dare a tutti quei pazienti con questa malattia, che oggi vengono trattati con arsenico”.

I dati più recenti riguardo il confronto fra le due terapie mostrano un tasso di sopravvivenza più alto nel trattamento con triossido di arsenico e acido retinoico. Quindi, questa ricerca, avvalora ancora di più i benefici complessivi della terapia a base di arsenico.

Tuttavia, questi risultati già di per sé ottimi, potrebbero ulteriormente migliorare con una somministrazione per via orale della terapia a base di arsenico. Il triossido di arsenico viene attualmente somministrato per infusione in ospedale ed è operata da personale medico specializzato, ma si sta lavorando in campo internazionale a una procedura di somministrazione orale di questo farmaco.

“L’evoluzione di questa terapia consiste nella creazione di un farmaco che è possibile assumere per via orale. In Cina è già presente e in Europa potrebbe essere una realtà in un prossimo futuro. Sarà quindi interessante vedere, quando questa modalità sarà disponibile, quali ulteriori benefici i pazienti potranno averne”.