Un recente studio statunitense sul mieloma multiplo ha dimostrato la sicurezza e l’efficacia del trapianto di cellule staminali anche in pazienti over 70, specie se associato a dosaggi più alti di melfalan.

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Il mieloma multiplo (MM) è un tumore del sangue caratterizzato dalla proliferazione e dall’accumulo nel midollo osseo di cellule che possono causare danni a organi e apparati (come ossa, reni, nervi periferici, sistema immunitario).

Uno studio statunitense, pubblicato sulla rivista scientifica Cancer, si è proposto di analizzare i risultati di 2092 pazienti sopra i 70 anni, affetti da mieloma multiplo e sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (AHCT) tra il 2013 e il 2017, entro 12 mesi dalla diagnosi e dopo trattamento con il chemioterapico melfalan (Mel). Il primo dato riportato grazie al database del Center for International Blood and Marrow Transplant Research (CIBMTR) è che il numero di trapianti eseguiti in pazienti di età superiore a 70 anni continua ad aumentare ogni anno: nel 2017 i pazienti affetti da mieloma multiplo sottoposti a AHCT sono stati il 28%, mentre nel 2013 il 15%.

Numerosi studi hanno confermato la validità e l’efficacia dell’AHCT come trattamento per pazienti di nuova diagnosi di mieloma multiplo.

Per decenni la terapia si è basata sulla somministrazione di chemioterapici a basse dosi, con risultati modesti a causa dell’elevata resistenza delle cellule tumorali. Ma la somministrazione di alte dosi di chemioterapici, seguita da trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche, si è rivelata in grado di migliorare i risultati terapeutici.

L’incidenza del mieloma multiplo aumenta con l’età. In Italia colpisce oltre 5mila persone, la maggior parte delle quali ha più di 65 anni. Nonostante la popolazione anziana sia quella maggiormente colpita dalla malattia, è anche la meno rappresentata negli studi clinici che prevedono l’impiego dell’ACHT. I pazienti più anziani sono spesso esclusi poiché ritenuti non idonei in quanto soggetti più delicati e dal quadro clinico più complesso. L’età media al momento della diagnosi di mieloma è di 69 anni, eppure negli studi clinici di AHCT l’età dei partecipanti è compresa tra i 59 e i 60 anni. Dallo studio statunitense risulta che l’età avanzata dei pazienti non è associabile a esiti avversi successivi al trapianto.

I dati dei pazienti anziani sono stati comparati con quelli di pazienti adulti (di età superiore ai 18 anni), dimostrando che il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche è un’efficace terapia di consolidamento tra i pazienti con MM di tutte le fasce d’età.

L’82% dei soggetti inclusi nello studio (15.999 pazienti tra 20 e più di 70 anni) ha ricevuto il chemioterapico Mel a una dose di 200 mg/m2, ma solo al 41% dei pazienti di età superiore a 70 anni è stato somministrato questo dosaggio. Alla percentuale restante di pazienti anziani è stata riservata una dose più bassa, pari a 140mg. I risultati riportati dimostrano che una dose di 200 mg/m2 tra i pazienti di età superiore a 70 anni è associata a risultati migliori e, quindi, la scelta di somministrare Mel a una dose di 140 mg/m2 si basa esclusivamente sulla presunta fragilità dei soggetti anziani.

Secondo gli autori, studi futuri dovrebbero focalizzarsi sui principali indici dell’età funzionale dei pazienti, come la valutazione geriatrica completa e l’indice di fragilità. Per i pazienti con mieloma multiplo, così, il rinvio o l’esecuzione della terapia non sarebbe più legato all’età anagrafica. Inoltre queste valutazioni, attualmente non disponibili, aiuterebbero a determinare la dose ottimale per il farmaco Mel.