La Società Italiana di Ematologia (SIE) e il Gruppo Italiano Trapianto di Midollo Osseo (GITMO) hanno elaborato delle indicazioni per la vaccinazione di pazienti affetti da malattie del sangue e sottoposti a trapianto di cellule staminali.

Le linee guida indicano una raccomandazione positiva in generale per i pazienti ematologici, con una preferenza per i vaccini a mRNA.

I referenti scientifici del documento (Corrado Girmenia, Livio Pagano, Simone Cesaro, Fabio Ciceri, Paolo Corradini) esprimono alcune indicazioni e limitazioni sulla somministrazione, che riportiamo qui in modo sintetico e parziale:

        • Nei pazienti con emopatia oncologica si consiglia la vaccinazione preferibilmente all’esordio della malattia con ciclo vaccinale da completare, se possibile, almeno 2-4 settimane prima dell’inizio di una qualsiasi terapia immunosoppressiva o citoriduttiva.
        • L’indicazione alla vaccinazione è meno supportata, in quanto presumibilmente poco efficace, ma non controindicata, nei pazienti che sono già in trattamento con chemioterapia fortemente mielosoppressiva.
        • Nei pazienti sottoposti a trattamenti con chemioterapia moderatamente mielosoppressiva, e trattamenti prolungati con steroidi, inibitori delle tirosinchinasi, agenti ipometilanti, inibitori del proteosoma, agenti immunomodulanti la vaccinazione andrà effettuata appena possibile anche durante il periodo di somministrazione di tali terapie.
        • Nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali la vaccinazione è consigliata a partire da 3 mesi dal trapianto in base al trattamento immunosoppressivo in atto.
        • Nel trapianto autologo di cellule staminali la vaccinazione potrà essere praticata dopo tre mesi dal trapianto.
        • Per quanto riguarda i donatori di cellule staminali questi potranno essere vaccinati, sia con vaccino ad mRNA che con vaccino a vettore non replicante, anche a ridosso della donazione.
        • La vaccinazione per SARSCoV-2 è indicata anche nei soggetti che hanno già contratto COVID-19 in forma sintomatica o asintomatica in quanto la vaccinazione sembra migliorare l’immunizzazione derivante dalla pregressa infezione.

Gli autori del documento comunque evidenziano, in più occasioni, l’importanza di non ritardare la necessaria terapia ematologica e di garantire quindi una priorità al trattamento medico primario rispetto all’eventuale vaccinazione.

Per un approfondimento completo potete consultare il documento qui.