Il 2023 è partito con l’avvio di un nuovo Working Party GIMEMA, un gruppo di lavoro dedicato alla ricerca sulle infezioni in ambito ematologico che si va ad aggiungere agli altri 8 working party attivi e ne integrerà le attività.

Responsabile del gruppo c’è Livio Pagano, ematologo del Policlinico Gemelli di Roma e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. GIMEMA informazione lo ha intervistato per capire perché è importante fare ricerca sulle infezioni e quali saranno le attività del gruppo di lavoro.

Come è nato il Working Party Infezioni?

“Il Working Party Infezioni nasce dall’unione di forze e intenti tra un gruppo di ricerca accademico, il SEIFEM (Sorveglianza Epidemiologica delle InFezioni nelle EMopatie) e la grande famiglia del GIMEMA. Questa unione sarà di fondamentale importanza per dare un nuovo slancio alla ricerca su una problematica, quella delle infezioni, che è ormai trasversale. Non interessa più solo i pazienti affetti da leucemie acute e i pazienti sottoposti a allotrapianto di midollo ma anche tutti quelli sottoposti a terapie che possono interferire con l’attività del sistema immunitario, come quelle con gli anticorpi monoclonali e le CAR-T”.

Perché si è sentita l’esigenza di rafforzare la ricerca sulle infezioni?

“Negli ultimi anni si è assistito all’insorgenza di nuove e spesso più drammatiche infezioni come, ad esempio, quelle da batteri gram negativi multiresistenti o l’azolo resistenza nelle infezioni fungine che non rispondono al trattamento con molti dei vecchi antimicrobici.

Su quali infezioni concentrerete la vostra attività di ricerca?

“Il gruppo di lavoro si occuperà non solo delle infezioni che colpiscono nello specifico i pazienti ematologici ma anche di quelle che possono alterare più gravemente lo stato di salute dei pazienti affetti da emopatie, come Covid-19. Si è visto, infatti, che durante la pandemia sono stati fondamentali gli studi svolti nei centri ematologici GIMEMA che hanno permesso di dare risposte alle domande dei clinici e di fornire suggerimenti per la miglior pratica”.

Quali sono i progetti di ricerca del Working Party Infezioni in programma?

“Abbiamo due progetti in fase di sviluppo. Il primo è in fase avanzata ed è un trial clinico prospettico, non randomizzato, volto a valutare il rischio infettivo in corso di trattamento con Inotuzumab, un anticorpo monoclonale anti-CD22, nei pazienti con leucemia linfatica acuta. L’altro, invece, è in fase di valutazione perché richiede importanti risorse economiche per essere realizzato. Avrà lo scopo di valutare l’efficacia dei nuovi antibiotici sui pazienti neutropenici febbrili con infezione da batteri gram negativi multiresistenti. La cosa più importante dello studio sarà la valutazione della metodologia del trattamento. Gli ematologici, infatti, sono restii a sospendere il trattamento antibiotico in pazienti neutropenici finché i neutrofili non superano la soglia di sicurezza di 500 su microlitro. Così facendo si va spesso incontro a overtreatment (trattamento terapeutico in eccesso rispetto al necessario, ndr.) e di conseguenza maggior rischio di sviluppo di resistenze. Per fare in modo che questo non avvenga studieremo la possibilità di scalare o ridurre la somministrazione dei nuovi antibiotici in termini di giorni di trattamento”.