I risultati dello studio internazionale EURO-SKI, presentati al congresso EHA 2023, suggeriscono che in termini di qualità di vita i vantaggi dell’interruzione della terapia variano a seconda delle fasce d’età, con i pazienti più giovani che ne traggono i maggiori vantaggi.

Sospendere la terapia con gli inibitori della tirosin-chinasi (TKI) è oggi un’opzione possibile per un numero crescente di pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica (CP-CML). Per valutare gli effetti dell’interruzione della terapia con TKI, l’European LeukemiaNet ha promosso lo studio prospettico, in aperto (open label), non randomizzato, EURO-SKI.

La ricerca ha come obiettivi:

  • identificare i fattori clinici e biologici che influenzano la durata della remissione molecolare completa dopo l’interruzione dei TKI;
  • stabilire per quali pazienti è possibile la sospensione dei farmaci;
  • calcolare il risparmio economico per i sistemi sanitari;
  • e infine valutare i benefici per quel che riguarda la qualità di vita dei pazienti.

Fabio Efficace, a capo dell’Unità di Qualità di Vita del GIMEMA, ha partecipato allo studio proprio per analizzare la qualità di vita (Health-related Quality of Life – HRQoL) e capire come varia nel tempo in base all’età nei pazienti con CP-CML che hanno interrotto la terapia con TKI. I risultati sono stati presentati nel corso del congresso congresso dell’EHA (European Hematology Association) che si è tenuto a Francoforte dall’8 all’11 giugno 2023.

Lo studio ha coinvolto pazienti adulti di undici Paesi europei. L’età mediana al momento dell’interruzione dei TKI era di 60 anni. La HRQoL è stata valutata tramite il questionario EORTC QLQ-C30, ed è stata inclusa anche una valutazione dell’affaticamento (fatigue) attraverso la somministrazione del questionario FACIT-F. I partecipanti hanno effettuato le valutazioni al momento dell’interruzione del trattamento e successivamente al mese 1, 3, 6 e 12.

L’analisi dei risultati ha rivelato che la sospensione della terapia con gli inibitori della tirosin-chinasi ha impatti diversi a seconda dell’età dei pazienti. I più giovani (tra i 18 e i 39 anni e tra i 40 e i 59 anni) hanno in genere riportato i maggiori benefici per quanto riguarda gli aspetti funzionali e i sintomi. Ad esempio, nei pazienti delle fasce di età 18-39 e 40-59 si è registrata una diminuzione significativa del carico di affaticamento, mentre non sono stati osservati miglioramenti significativi nei due gruppi di età più avanzata (60-69 e over 70).

Anche l’esame dei dati clinici ha indicato differenze per fasce d’età. Tra i pazienti che non hanno manifestato ricadute, hanno riportato un peggioramento della funzionalità fisica una percentuale maggiore di pazienti nelle fasce di età 60-69 e over 70 (nel 47% e nel 65% dei casi), rispetto ai gruppi più giovani (16% e 44% dei casi).

Questo ampio studio internazionale suggerisce che i vantaggi in termini di qualità di vita derivanti dall’interruzione della terapia con TKI variano a seconda dell’età. Informazioni che possono aiutare i medici a prendere decisioni più adatte alle esigenze dei pazienti.