Il gruppo di ricerca italiano guidato da Fabio Efficace, responsabile dell’unità Qualità della vita della Fondazione GIMEMA, ha condotto uno studio clinico osservazionale multicentrico che per la prima volta investiga la possibilità di utilizzare l’IMWG frailty score anche nei pazienti con mieloma multiplo recidivante o resistente.

Il trattamento dei pazienti affetti da mieloma multiplo recidivante o resistente alla terapia rappresenta una sfida clinica. Somministrare terapie aggressive a pazienti che hanno uno stato di salute generale scadente può portare a esiti negativi ed è importante quindi implementare degli strumenti che permettano agli ematologi di personalizzare la terapia in base alla gravità dei sintomi e alla qualità della vita dei pazienti. Uno di questi strumenti è l’International Myeloma Working Group (IMWG) frailty score, un indice studiato originariamente nel 2015 per individuare diversi profili di fragilità dei pazienti con una recente diagnosi di mieloma multiplo. L’indice permette di suddividere i pazienti in tre gruppi – fit (ovvero con condizioni di salute generale buone), fragili e intermedi – in base ai dati clinici come l’età, la presenza di comorbidità e l’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane. Questa suddivisione fornisce agli ematologi uno strumento importante per orientarsi nella scelta terapeutica più adeguata, con i pazienti fit che possono sopportare trattamenti più aggressivi e i pazienti fragili che, invece, possono beneficiare maggiormente di terapie di supporto.

Lo studio clinico osservazionale GIMEMA, pubblicato sulla rivista The Lancet Healthy Longevity, ha mostrato l’utilità clinica dell’IMWG frailty score anche nell’individuare i pazienti più fragili con mieloma recidivante o resistente.

“Questi sono spesso pazienti anziani anziani che hanno già ricevuto diverse linee di trattamento. Sono quindi più fragili rispetto ai pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi e la scelta del trattamento più adatto da parte dei medici è di cruciale importanza”, commenta Fabio Efficace.

Tra novembre 2017 e novembre 2020 sono stati coinvolti nello studio 415 pazienti con mieloma multiplo recidivante o resistente in 31 centri clinici. Dopo la raccolta dei dati necessari è stato calcolato l’IMWG, che ha permesso di suddividere i pazienti in tre gruppi: 200 (48%) sono rientrati nel gruppo fit, 112 (27%) nel gruppo intermedio e 103 (24%) nel gruppo dei fragili. Questa suddivisione ha ricalcato con elevata fedeltà i livelli di qualità di vita dei pazienti, valutata per mezzo di un questionario sottoposto ai pazienti stessi.

I pazienti fragili sono stati quelli che, infatti, hanno riportato sintomi peggiori in termini di fatica, dolore, dispnea, insonnia, perdita di appetito e diarrea, rispetto ai pazienti classificati come fit o intermedi.

Come si legge nell’articolo, ci sono ormai evidenze convincenti che le informazioni sullo stato di salute riportate dai pazienti per mezzo della misurazione dei Patient Reported Outcomes (PRO) aggiungano anche importanti informazioni prognostiche sulla sopravvivenza rispetto ai soli dati clinici e alle osservazioni dei medici.

“Queste evidenze, in combinazione con quelle ottenute nel nostro studio, gettano le basi per analisi successive che permettano di stabilire se integrando le informazioni sulla qualità della vita riportate dal paziente si riesce a sviluppare un indice ancora più sensibile dell’IMWG frailty score nell’individuare i profili di fragilità dei pazienti affetti da mieloma multiplo” conclude Efficace.