Fra i principali problemi legati al trattamento del mieloma multiplo c’è la refrattarietà che si sviluppa, nella maggior parte dei pazienti, nei confronti dei trattamenti che sono adottati oggi. Una pubblicazione apparsa su The Lancet Haematology lo scorso settembre analizza i limiti delle terapie moderne e le potenzialità di un nuovo farmaco in sperimentazione: indatuximab.

Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce le plasmacellule, cellule del sistema immunitario che derivano dai linfociti B e che hanno il compito di produrre anticorpi. Queste si trovano nel midollo osseo, un tessuto spugnoso contenuto principalmente nelle ossa piatte. La crescita della massa tumorale deriva principalmente dalla divisione incontrollata delle plasmacellule. Queste sintetizzano sostanze che stimolano gli osteoclasti, le cellule responsabili dell’erosione del tessuto osseo, creando lesioni che lo indeboliscono. Inoltre, la loro divisione incontrollata ostacola quella di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine, provocando un indebolimento delle difese immunitarie del paziente. GIMEMA informazione ha intervistato Roberto Mina, ricercatore presso l’università degli Studi di Torino e uno degli autori della pubblicazione su the Lancet Haematology, per capire quali sono i limiti delle terapie moderne e le potenzialità di un nuovo farmaco in sperimentazione per il mieloma multiplo: indatuximab.

Che tipo di farmaco è indatuximab?

Indatuximab è un farmaco anticorpo coniugato. Questo è costituito da un immunoglobulina, ossia una molecola simile agli anticorpi prodotta dalle plasmacellule, legato ad un farmaco chemioterapico altamente potente. La coniugazione con l’anticorpo permette di riconoscere una proteina specifica sulla cellula tumorale e di veicolare il farmaco direttamente all’interno della cellula. Questo è quello che fa indatuximab riconoscendo una proteina sulla cellula tumorale, la molecola CD138, espressa dalle cellule del mieloma. Una volta legato a questa molecola, il farmaco viene prima fatto entrare all’interno della cellula tumorale, e poi si lega ai microtubuli, proteine fondamentali per la replicazione cellulare. Questo legame provoca l’apoptosi, ovvero un tipo di processo di morte cellulare”.

Perché c’è necessità di produrre un nuovo farmaco per il trattamento del mieloma multiplo?

“Lo sviluppo di resistenza da parte delle cellule di mieloma ai farmaci attualmente approvati ed utilizzabili nella pratica clinica impone lo sviluppo di nuove molecole.

Questo è particolarmente importante per i pazienti la cui malattia è diventata resistente agli inibitori del proteosoma, ovvero farmaci che servono a regolare i processi coinvolti nella difesa immunitaria, e agli anticorpi anti-cd138, gli anticorpi che riconoscono la proteina CD38 prodotta dalle cellule tumorali. È fondamentale, dunque, sviluppare delle molecole efficaci anche per questi pazienti che oggi rappresentano la maggior parte dei pazienti affetti da mieloma recidivato e/o refrattario”.

Quali sono le nuove molecole in corso di sviluppo?

“Indatuximab si inserisce in un panorama con altri farmaci in sviluppo.

Tra le nuove molecole in corso di sperimentazione vi sono gli anticorpi coniugati, gli anticorpi bispecifici, proteine composte di frammenti di due diversi anticorpi che permettono di legarsi contemporaneamente a due diversi tipi di antigene, e la terapia CAR-T, che utilizza i linfociti, cellule del sistema immunitario del paziente in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali.

Questi trattamenti, pur riconoscendo in alcuni casi lo stesso bersaglio sulla cellula di mieloma, hanno differenze in termini di somministrazioni e tossicità, permettendo quindi una personalizzazione del trattamento sulla base delle caratteristiche della malattia e del paziente”.

Quali sono i limiti principali nella sperimentazione di indatuximab?

“Innanzitutto questi sono studi preliminari e sono stati condotti su un gruppo di pazienti ristretto ed eterogeneo. Questo significa che, nonostante i risultati siano promettenti, questi vanno confermati su di una popolazione più ampia e omogenea, in altre parole, un campione più rappresentativo. Inoltre c’è il limite della tossicità. Sebbene gli autori degli studi dichiarino che gli effetti collaterali di indatuximab siano lievi-moderati, fra gli effetti collaterali troviamo neuropatia e diarrea, i quali hanno comunque un impatto sulla qualità di vita del paziente”.