Nei pazienti adulti trattati anche con Pegaspargasi si ottimizza la sopravvivenza libera da malattia a 3 anni dalla remissione.

Pegaspargasi (ovvero asparaginasi) è un farmaco chiave negli schemi di trattamento dei pazienti in età pediatrica affetti da leucemia linfoblastica acuta (LLA). Lo studio GIMEMA LAL 1913, avviato nel 2013, ha valutato gli effetti del farmaco introducendolo in un nuovo protocollo per il trattamento dei pazienti in età adulta. I risultati dei controlli nel lungo periodo sono stati presentati durante l’ultimo convengo dell’Associazione europea di ematologia (EHA) a Vienna.

Pegaspargasi è un enzima che degrada l’aminoacido asparagina. Si tratta di una forma modificata di asparaginasi, ottenuta tramite ‘PEGilazione’, che ne aumenta l’attività nel tempo. Senza l’aminoacido asparagina, che serve per la crescita e la moltiplicazione cellulare, le cellule leucemiche muoiono non essendo in grado di procedere alla sintesi proteica. L’approvazione definitiva dell’EMA (Agenzia europea del farmaco) per l’uso di questo farmaco come componente della terapia per la LLA nei pazienti pediatrici e adulti è arrivata nel 2016.
“Il farmaco Pegaspargasi esiste già da tempo, ma quando nel 2013 abbiamo avviato lo studio non era ancora registrato per il trattamento della LAL nell’adulto e questo ci ha dato lo spunto per una ricerca clinica prospettica per valutarne l’applicabilità e i risultati in questa specifica, difficile categoria di pazienti”, spiega Renato Bassan, direttore del reparto di Ematologia dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre e primo autore dello studio.

“L’obiettivo dello studio era migliorare i risultati ottenuti con i protocolli di trattamento precedenti, che davano sopravvivenza libera da malattia nel 45% dei pazienti a due anni dalla remissione”, continua Bassan. “Per questo abbiamo adottato uno schema di trattamento che è di ispirazione pediatrica, come quelli che danno i risultati migliori, aggiungendo Pegaspargasi”.

Hanno preso parte allo studio 203 pazienti, con età compresa tra i 18 e i 65 anni. L’arruolamento ha avuto una durata di circa 4 anni, dopodiché è stata avviata una fase di monitoraggio, andata avanti per poco più di 3 anni, al termine della quale sono stati elaborati i dati.

“Con questo nuovo trattamento abbiamo ottenuto tassi di remissione completa del 91%, con sopravvivenza libera da malattia superiori del 70% a 2 anni e di poco inferiore a 3 anni e oltre”, commenta Bassan.

Buoni i dati anche in termini di sicurezza del trattamento:

“Anche se per i pazienti con età superiore ai 55 anni abbiamo dovuto ridurre le dosi di Pegaspargasi perché dava livelli di tossicità alti, complessivamente gli effetti avversi sono analoghi o inferiori a quelli di altri studi simili presenti in letteratura. Per cui, non abbiamo peggiorato la tossicità del protocollo ma abbiamo ottenuto i benefici del farmaco”.

I risultati preliminari dello studio GIMEMA LAL 1913 hanno già permesso di avviare nuovi studi per il trattamento di pazienti con leucemia linfoblastica acuta, associando Pegaspargasi anche in altri schemi di trattamento innovativi.